•   12 Sep 2025 08:00 - Una forte esplosione a Roma registrata da un microbarometro ad Arezzo

    La mattina del 4 luglio 2025 alle ore 08:19:04 italiane si è verificata un’esplosione ad un distributore di GPL nel quartiere Prenestino a Roma. Il “Corriere della Sera“ ha riportato che il boato dell’esplosione è stato talmente forte da essere sentito a chilometri di distanza “dall’EUR fino al quartiere Trieste”. Lo scoppio è stato registrato dall’accelerometro operativo presso la sede di Roma dell’INGV, installato a 8 km di distanza dal luogo dell’esplosione.

    L’accelerometro a Roma non è stato l’unico sensore a registrare le onde prodotte da questa forte esplosione. Anche un microbarometro installato ad Arezzo ha registrato delle onde interessanti da analizzare (Figura 1). Si tratta di un sensore in grado di registrare le onde acustiche anche a frequenze al di sotto della percezione umana (< 20 Hz), la cosiddetta parte degli infrasuoni.

    Figura 1: L’esplosione del deposito GPL a ROMA (tempo origine 08:19:04 ora italiana) registrata con un sensore infrasonico (Chaparral UHP 64) presso la stazione AROB installata ad Arezzo. La traccia è stata filtrata con un filtro passa banda tra 0.1 e 5 Hz. Il segnale acustico arriva dopo circa 600 s al sensore infrasonico ed è composto da varie fasi indicate con le frecce rosse e le lettere da a ad f.

    Questo strumento fa parte della stazione multiparametrica AROB presente a Ripa di Olmo, nel comune di Arezzo, ed è una delle prime installazioni previste dal progetto dell’INGV che ha come obiettivo di integrare alcune stazioni della Rete Sismica Nazionale (RSN) con i microbarometri.

    La prima registrazione rilevante di questa stazione si è avuta in occasione dell’esplosione all’interno ad uno stabilimento industriale a San Zeno (AR) il 20 novembre 2024. La dinamica dell’incidente al distributore GPL del 4 luglio 2025 a Roma assomiglia all’esplosione verificatasi al deposito ENI di Calenzano (FI) il 9 dicembre 2024: in quell’occasione alcune stazioni sismiche della RSN, installate entro un raggio di circa 15 km, avevano registrato sia l’onda sismica sia l’onda infrasonica, mentre il microbarometro AROB non aveva ricevuto alcun segnale.

    Qui si cercherà di capire i motivi per cui le cose sono andate diversamente in occasione di queste due esplosioni e come sia stato possibile che il microbarometro abbia registrato un’esplosione avvenuta a 180 km di distanza e non abbia acquisito alcun segnale infrasonico per l’esplosione più vicina.

    Per meglio comprendere questo fenomeno alcuni accenni alla propagazione delle onde infrasoniche nell’atmosfera: è molto complessa in quanto dipende da vari parametri, come per esempio dalla temperatura e dall’umidità dell’aria, dalla direzione e velocità del vento, che a loro volta dipendono dalla stagione e dalla latitudine. La modellazione della propagazione del suono in atmosfera necessita dei dati provenienti da più stazioni. Avendo a disposizione solo una registrazione della stazione AROB, si possono fare alcune osservazioni, per poi cercare di dare alcune spiegazioni:

    • La Figura 1 mostra che il segnale acustico arriva alla stazione intorno alle ore 8:29 italiane e quindi il tempo di arrivo del segnale acustico registrato è stato pari a 600 s. Considerando che vicino alla superficie terrestre il suono si propaga con una velocità di circa 330 m/s, il tempo di percorrenza teorico (Tempo di Arrivo Teorico, TAT) del fronte d’onda per una distanza di 180 km, quella tra il luogo dell’esplosione a Roma e la stazione sismica ad Arezzo (Figura 2), sarebbe dovuto ammontare a 540 s (9 min). Si osserva quindi un ritardo di 60 s.
    • La forma del segnale infrasonico registrato ad AROB non è netta e impulsiva, come ci si aspetterebbe nel caso di un’esplosione, ma piuttosto caratterizzata da un treno d’onda composto da varie fasi, indicate in Figura 1 in ordine cronologico da a ad f con delle frecce rosse. Le rispettive velocità di tali fasi varia tra 310 m/s (fase a) fino a 270 m/s (fase f), mentre l’ampiezza più alta (fase d) viaggia a 284 m/s; in ogni caso le diverse fasi hanno una velocità almeno 10% minore rispetto alla velocità media del suono (330 m/s).
    • È sorprendente notare che il sensore infrasonico della stazione AROB registri un’esplosione avvenuta ad una distanza di 180 km, mentre sembri “sordo” per l’esplosione del 9 dicembre 2024 a Calenzano, verificatosi a soli 70 km dalla stazione AROB.
    Figura 2: Propagazione circolare del fronte d’onda infrasonico, a seguito dell’esplosione di un deposito GPL a Roma. La stazione multiparametrica AROB si trova ad Arezzo a 180 km nord da Roma.

    Le osservazioni descritte possono trovare una possibile spiegazione nei risultati degli studi del noto sismologo Beno Gutenberg. Egli fu uno dei primi ricercatori a studiare la diffusione del suono in aria. Nel 1926 pubblicò un articolo con il titolo: “La propagazione del suono nell’atmosfera”, che descriveva dei principi che ancora oggi rappresentano le basi per gli studi attuali.

    Gutenberg riportava che la velocità del suono C è funzione della temperatura T (Figura 3a), che diminuisce man mano che si sale di altitudine. Partendo da valori pari a 330 m/s in prossimità della superficie terrestre, la velocità del suono diminuisce quindi fino ad una quota altimetrica tra 11 – 20 km (Tropopausa[1]) dove i valori scendono sotto ai 300 m/s, per poi aumentare di nuovo fino quote superiori a 70 km (Mesosfera[2]).

    Figura 3: (a) La linea continua mostra la velocità media del suono nell’atmosfera al variare dell’altitudine (0 – 80 km) e le rispettive incertezze (linee tratteggiate); (b) Le traiettorie medie dell’infrasuono nell’atmosfera (h è l’altitudine, D è la distanza dalla sorgente sonora), assumendo la validità della distribuzione della velocità del suono della Figura 3a (modificato sulla base di Gutenberg, 1926). Il triangolo rosso A indica la distanza tra la stazione AROB e il luogo dell’esplosione verificatasi al deposito ENI di Calenzano (FI) il 9 dicembre 2024, mentre il triangolo rosso B indica la distanza tra la stazione AROB e il luogo dell’esplosione a Roma del 4 luglio 2025.

    Tale inversione della velocità di propagazione del suono C, con successivo incremento a partire dalla Stratopausa[3], fa sì che per distanze tra 50 e 150 km il suono venga rifratto prima verso l’alto per poi subire una rifrazione verso il basso (vedi le traiettorie in Figura 3b). Questo fenomeno  spiega le tre osservazioni sopra menzionate:

    • Sia la maggiorazione del percorso (mostrata in Figura 3b), che la riduzione della velocità del suono (mostrata in Figura 3a) comporta un ritardo nell’arrivo delle onde infrasoniche alla stazione AROB di almeno 1 min.
    • La variazione dei percorsi delle onde secondo l’angolo di radiazione w (più o meno ripido) (linea blu in Figura 3b) nel luogo dell’esplosione è responsabile del fatto che alla stazione infrasonica AROB arrivano fasi diverse in momenti differenti (le fasi da a ad f in Figura 1).
    • La distanza tra la stazione AROB e il luogo dell’esplosione determina se l’onda infrasonica causata dall’esplosione viene registrata o meno. Nel caso dell’esplosione a Calenzano, alla stazione AROB non viene registrato nessun segnale infrasonico, in quanto si trova a 70 km dalla sorgente all’interno di una cosiddetta “zona di silenzio” (triangolo rosso A in Figura 3b). Per l’evento a Roma invece, la stazione AROB registra il segnale mostrato in Figura 1, in quanto la distanza epicentrale di 180 km risulta appena fuori dalla zona di silenzio (triangolo rosso B in Figura 3b).

    A cura di Thomas Braun e Camilla Bidini (INGV-Rm1), Aladino Govoni (INGV-ONT).

    Note e informazioni utili

    Informazioni sulle caratteristiche dell’atmosfera sono disponibili nel blog INGVambiente: La vitale atmosfera che ci avvolge

    [1] La Tropopausa è lo strato di transizione che separa la Troposfera dalla Stratosfera, le due principali zone dell’atmosfera terrestre. Si trova a un’altitudine variabile, compresa tra gli 8 e i 17 km, con valori più bassi ai poli e più alti all’equatore.

    [2] La Mesosfera è il terzo degli strati dell’atmosfera terrestre, compreso tra 50 e 80-100 km di quota, dove la temperatura diminuisce con l’aumentare dell’altitudine.

    [3] La Stratopausa è la zona dell’atmosfera terrestre, a circa 50 km di quota, in cui si passa dalla Stratosfera alla sovrastante Mesosfera.

    Bibliografia

    Gutenberg, B. Über die Ausbreitung des Schalles in der Atmosphäre. Naturwissenschaften 14, 338–342 (1926). https://doi.org/10.1007/BF01506968


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  •   10 Sep 2025 11:00 - Grazie all’Intelligenza Artificiale un aiuto per il monitoraggio della sismicità dei Campi Flegrei
    Mappa degli epicentri dei terremoti avvenuti tra gennaio 2022 e marzo 2025 nell’area flegrea identificati e localizzati attraverso l’IA. I colori indicano la profondità dei terremoti come indicato nella palette dei colori  (crediti: Xing Tan, Anna Tramelli, Sergio Gammaldi).

    Numerosi terremoti nascosti nel rumore sismico e nelle code di altri terremoti sono stati svelati grazie all’applicazione di modelli di intelligenza artificiale (IA) per l’analisi della sismicità flegrea. Questi i risultati di una ricerca pubblicata recentemente sulla rivista Science da un gruppo internazionale composto da ricercatori della Doerr School of Sustainability di Stanford, dell’Osservatorio Vesuviano, sezione di Napoli dell’INGV e dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Lo studio analizza le tracce sismiche registrate dal 2022 a marzo 2025 dalla fitta rete sismica sviluppata e mantenuta dall’Osservatorio Vesuviano e, attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, ha identificato i terremoti che caratterizzano l’attuale unrest vulcanico

    La caldera dei Campi Flegrei, con i suoi oltre 500.000 abitanti, è in stato di unrest dal 2005 e negli ultimi anni ha visto un forte incremento della sismicità, della velocità di sollevamento del suolo e dell’attività fumarolica. Lo studio ha utilizzato un modello di intelligenza artificiale all’avanguardia sviluppato presso l’Università di Stanford, istruito grazie al catalogo sismico compilato dall’Osservatorio Vesuviano a partire dal 2000 e costantemente aggiornato. Questo ha permesso agli algoritmi di discriminare tra il rumore antropico caratteristico di un’area così fortemente antropizzata e i terremoti originati all’interno della caldera. 

    Sono stati pertanto già rilevati e localizzati oltre 54.000 terremoti, la maggior parte dei quali di magnitudo molto bassa. La potenza del metodo utilizzato è quella di trovare e localizzare anche i terremoti nascosti all’interno del rumore sismico o nelle code dei terremoti più forti. 

    Grazie all’elevato numero di terremoti identificati e rilocalizzati sono state, inoltre, individuate strutture sismiche in maniera dettagliata. In particolare, sono state definite le faglie che delimitano la zona di sollevamento all’interno della caldera e il sistema di faglie molto superficiali che caratterizza la zona idrotermale al di sotto delle aree fumaroliche di Solfatara e Pisciarelli. 

    Questo lavoro contribuirà a migliorare le stime di pericolosità sismica nell’area.

    Inoltre, è stato sviluppato un software, attualmente in fase di test presso l’Osservatorio Vesuviano, che identifica e localizza i terremoti in tempo quasi reale permettendo di seguire l’evoluzione della sismicità in maniera automatica. Questo è uno degli strumenti che l’INGV sta mettendo in campo per la mitigazione del rischio nei Campi Flegrei. 

    A cura di Sergio Gammaldi e Anna Tramelli, Osservatorio Vesuviano, INGV.

    Per approfondire

    Tan et al. (2025) A clearer view of the current phase of unrest at Campi Flegrei caldera. Science DOI:10.1126/science.adw9038

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  •   03 Sep 2025 08:15 - Parte in Calabria a Scuola di Protezione Civile

    Nell’anno scolastico 2025/2026 si svolgerà il progetto di educazione al rischio sismico A Scuola di Protezione Civile nella Regione Calabria, dedicato alle scuole primarie e secondarie.

    La Calabria è una regione soggetta a diversi rischi di origine naturale: alluvioni, frane, terremoti e tsunami. Per questo il Dipartimento di Protezione Civile della Regione Calabria promuove iniziative volte a sensibilizzare la popolazione e stimolare azioni di prevenzione. Tra queste, finanzia dal 2021 un progetto sul rischio sismico nelle scuole, ideato e realizzato da ricercatrici e ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia del team Edurisk.

    Il percorso si rivolge alle scuole secondarie di primo e secondo grado attraverso il modulo A Scuola di Terremoto (di seguito AsdT), e alle scuole primarie con l’attività di Io Non Rischio Scuola (INRS).  Dopo il primo triennio il progetto quest’anno si rinnova e prende il nome di “A Scuola di Protezione Civile”.

    Regione Calabria con le località dove si svolge il percorso A scuola di terremoto
    Mappa degli Istituti Comprensivi coinvolti nel progetto ASdT dall’anno scolastico 2021/2022 al 2024/2025 (a sinistra) e di quelli partecipanti al progetto INRS dal 2022-23 (a destra).

    Grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Protezione Civile della Regione Calabria e con l’Ufficio Scolastico Regionale, A Scuola di Protezione Civile verrà offerto a tutte le scuole della regione. I due percorsi AsdT e INRS, ormai convalidati, verranno proposti agli istituti che aderiranno per la prima volta, mentre gli insegnanti che continueranno il loro percorso dagli anni precedenti riceveranno proposte personalizzate che potranno svolgere in modo autonomo, grazie alla formazione già acquisita.

    La novità di quest’anno è rappresentata dalla creazione di una piattaforma digitale per studenti e docenti, che sarà sperimentata da ottobre, a supporto delle attività didattiche.

    Il progetto 

    Coerentemente con quanto fatto nelle edizioni passate, il modulo ASdT prevede una fase di formazione degli insegnanti attraverso incontri con il personale INGV, tenuti sul posto o da remoto. Questa fase è dedicata principalmente ad approfondire le conoscenze sui caratteri di pericolosità e rischio del territorio calabrese, con attività laboratoriali, che propongono modalità di lavoro ripetibili all’interno delle rispettive classi.  

    La seconda fase prevede che gli insegnanti svolgano in classe tre laboratori dedicati al rapporto col rischio, all’immaginario relativo al terremoto e alla memoria dei terremoti del passato (dettagli descritti in questo articolo)

    Alle scuole primarie viene proposto il percorso  Io Non Rischio Scuola (INRS), sviluppato all’interno della campagna nazionale Io non Rischio, appositamente progettato per essere condotto direttamente in classe dagli insegnanti senza il supporto dei volontari della Protezione Civile. Il percorso ha coinvolto nell’anno scolastico 2024/2025 più di 120 insegnanti.

    Dalla scuola ai cittadini

    Lo scorso anno scolastico, a fine percorso, insegnanti di entrambi i progetti hanno organizzato diversi eventi per condividere i risultati del loro lavoro con le altre classi dell’Istituto e incontri con la cittadinanza

    Esposizione degli alunni della scuola primaria di primo grado IC Rende. Quattromiglia, plesso Arcavacata, e presentazione dei risultati ai cittadini.
    Esposizione degli alunni della scuola primaria di primo grado IC Rende – Quattromiglia, plesso Arcavacata, e presentazione dei risultati ai cittadini.

    Tra i vari incontri, quello organizzato nelle scuole del quartiere Lido di Catanzaro presso l’I.C. Vivaldi il 19 marzo 2025 è stato particolarmente partecipato perché tenutosi mentre era in atto nell’area una sequenza sismica. Oltre al personale INGV, hanno partecipato il Direttore Generale del Dipartimento di Protezione Civile della regione Calabria Avv. Domenico Costarella e il funzionario Dott. Michele Folino-Gallo. Nell’incontro intitolato “Memorie e narrazioni dei terremoti storici a Catanzaro”, la direttrice scolastica, dott.ssa Maria Antonietta Crea, ha tenuto a precisare che in quei giorni vissuti con apprensione per le continue scosse e, in particolare, durante una evacuazione della stessa scuola, gli alunni partecipanti al progetto avevano mantenuto un comportamento adeguato alla situazione, grazie ad una maggiore consapevolezza del fenomeno terremoto.

    Incontro tra scuola e cittadini del 19 marzo 2025 presso l’Istituto Comprensivo Vivaldi di Catanzaro.
    Incontro tra scuola e cittadini del 19 marzo 2025 presso l’IC Vivaldi di Catanzaro.

    A seguito dello sciame sismico che ha interessato la provincia di Catanzaro nel febbraio-marzo del 2025 l’amministrazione del Comune di Marcellinara (CZ) ha richiesto la partecipazione a un incontro pubblico del Dipartimento di Protezione Civile regionale e dei ricercatori INGV. L’incontro si è svolto per rispondere alle domande dei cittadini mettendo in campo le diverse competenze del Servizio di Protezione Civile. 

    Incontro con i cittadini di Marcellinara (CZ) nella Sala consiliare, dopo la sequenza sismica del febbraio-marzo 2025.

    A cura di Pierdomenico Del Gaudio (INGV-ONT, sede di Rende), Vera Pessina (INGV-Mi), Flaminia Brasini, Romano Camassi, Emanuela Ercolani e Annachiara Giambattista (INGV-Bo). 


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  •   02 Sep 2025 10:43 - Le mappe mensili della sismicità, agosto 2025

    Mappa dei terremoti avvenuti in Italia e nelle aree limitrofe dall’1 al 31 agosto del 2025.

    Sono stati 1193 gli eventi localizzati dalla Rete Sismica Nazionale dall’1 al 31 agosto 2025, un numero pressoché invariato rispetto al precedente mese di luglio, con una media che rimane costante su circa 38 terremoti al giorno. Dei 1193 eventi registrati, 122 terremoti hanno avuto una magnitudo pari o superiore a 2.0 e soltanto 13 eventi magnitudo pari o superiore a 3.0. 

    Come nello scorso mese, in agosto sul territorio nazionale non si sono verificate sequenze sismiche rilevanti, se si esclude l’area dei Campi Flegrei dove anche in questo mese si sono registrati diversi sciami sismici con terremoti con valori di magnitudo che hanno raggiunto Md 3.3, spesso avvertiti dalla popolazione di Pozzuoli e dei comuni limitrofi.

    Il terremoto di magnitudo maggiore nel mese, Mw 4.7, è stato localizzato nel Mar Tirreno Meridionale il 26 agosto a largo delle Isole Egadi, ad una profondità di 10 km. L’evento  è stato moderatamente risentito in alcune località delle provincie di Trapani e Palermo lungo la costa della Sicilia Occidentale.

    Le mappe, insieme ad altri prodotti del monitoraggio, sono disponibili sul sito  dell’Osservatorio Nazionale Terremoti e sul Portale Web dell’INGV.

    La rubrica “I terremoti del mese” è a cura di M. Pignone (INGV-ONT)

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  •   01 Sep 2025 16:17 - Evento sismico del 31 agosto 2025, Mw 6.0, Confine Afghanistan-Pakistan

    Nella serata del  31 agosto 2025 (21:17 ora italiana, 19:17 UTC, 23:47 ora locale) un terremoto di magnitudo 6.0 ha colpito l’Afghanistan

    Il terremoto è avvenuto in un’area molto vicina alla città di Jalālābād (popolazione 271.900 abitanti), che si trova circa 25 km a Ovest dell’epicentro (la capitale Kabul è a circa 150 km a Ovest).  L’evento è avvenuto circa 160 km a nord del terremoto Mw 6.1 avvenuto il 21 giugno 2022.

    Nonostante la magnitudo non molto elevata, la prossimità della città di Jalālābād e la profondità ipocentrale relativamente superficiale (8-9 km) hanno contribuito all’impatto dell’evento su territorio, con crolli diffusi e centinaia di vittime già accertate.

    La regione afghana è caratterizzata da un’elevata sismicità, dovuta principalmente alla spinta del sub-continente indiano verso nord. L’evento di ieri è avvenuto a sud della zona caratterizzata da forti terremoti precedenti, come si vede in mappa. Questo evento è avvenuto su una faglia inversa, indice del processo di convergenza in atto nella regione, coerentemente con lo stile tettonico citato sopra. 

    Il United States Geological Survey (USGS) ha stimato una probabilità del 39% di avere un numero di vittime compreso tra 100 e 1000, e del 32% di averne tra 1000 e 10000 (https://earthquake.usgs.gov/earthquakes/eventpage/us7000qsvj/pager ).

    Riportiamo le proiezioni elaborate dall’USGS relative alla probabilità di occorrenza di eventi sismici significativi nei prossimi sette giorni nell’area. Le analisi indicano una probabilità settimanale del 23% che si verifichino eventi con magnitudo pari o superiore a 5. Questa percentuale si riduce notevolmente, attestandosi al 3%, per eventi con magnitudo pari o superiore a 6. Questo significa che, sebbene la probabilità sia bassa, l’occorrenza di terremoti con una magnitudo superiore a quella registrata oggi è possibile. È fondamentale sottolineare che queste stime si basano su modelli probabilistici e non costituiscono una predizione, ma piuttosto un’indicazione statistica basata su dati e modelli disponibili al momento.

    Per ulteriori dettagli e per consultare la metodologia utilizzata, è possibile fare riferimento alla pagina ufficiale dell’USGS: https://earthquake.usgs.gov/earthquakes/eventpage/us7000qsvj/oaf/commentary.

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